Prossimamente un noir

 

New York City, 1915James J. Morgan è un investigatore privato nella New York del 1915, incaricato da una bellissima e ricca gentildonna irlandese di ritrovare un gioiello rubato, il Trifoglio di Giada. Il caso si evolverà (eufemismo per “incasinerà”) presto in una concatenazione di incontri, scontri, avventure con molti cadaveri “freschi di giornata” e qualche intrigo più elaborato.

Questo noir, del genere che in USA chiamano hardboiled è stato iniziato esattamente a 100 anni dell’ambientazione, anche se – purtroppo – qualche migliaio di chilometri più a oriente di New York. La sfida di rimanere sull’hardboiled puro per una trentina abbondante di pagine è stata clamorosamente perduta: come sempre, la nostra scrittura a quattro mani, cambia continuamente registro e si contamina.

Così, il nostro James J. Morgan, grosso come un armadio e rude come un orso affamato, tornato a casa dopo un paio di sparatorie e almeno una rissa da bar, accede il caminetto, si siede in poltrona e si legge Jack London e Jules Verne. Gira per New York, con cui ha un legame spirituale ed empatico e osserva con l’animo del filosofo il passaggio degli immigrati irlandesi, scozzesi, italiani appena giunti in città. Ama mangiare bene, si commuove ascoltando musica (soprattutto quando a cantare sono belle ragazze dagli occhi di smeraldo), ma al primo cenno di pericolo metterà mano alla sua sputafuoco e riempirà di piombo il gangster di turno.

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