Libri e social: usi e costumi 2.0

Un sito web di narrativa, di arte o di musica (insomma di quella cultura con cui “non si mangia” per ordine dell’allora ministro Tremonti) che voglia costruirsi un pubblico e un gruppo di autori propositivi, oggi bandisce spesso dei concorsi aperti ai voti tramite i social o addirittura con commenti sui blog. Molti si domandano che senso abbia affidare il destino della gara nelle mani dei contatti del web, perché chiaramente chi ha più amici e spende più tempo su Facebook ottiene matematicamente più consensi, a parità di qualità dell’opera, di chi è appena sbarcato sui social.

Qual è il senso?

Se analizziamo questi concorsi da una prospettiva professionale, quello che emerge è un innovativo sistema di promozione a più livelli e a più soggetti.

Il sito che prendiamo in esame parla di cultura e spesso ne produce anche. La sua eco sul web è sommersa dai grandi siti che possono pagare per conquistare le prime posizioni sui motori (nell’ottica attuale di “se sei ricco vinci sempre” e delle “zero opportunità”). Per scavarsi faticosamente una nicchia e sopravvivere deve avere un vivace viavai di lettori e di autori che collaborino attivamente nella promozione. L’ottica collaborativa e la convergenza di interessi sono la chiave della sostenibilità, quello che oggi può mantenere viva la produzione culturale attraverso le reti. Vale per siti e blog, ma anche per la piccola editoria che compete con dei titani veri e propri, gelosi della loro posizione e armati fino ai denti.

Il concorso aperto ai voti del pubblico è un’operazione che coinvolge il sito che lo propone, gli autori che vi partecipano e i lettori. Ogni soggetto concorre a moltiplicare il traffico sul sito, perché nella competizione (spesso amichevole) tra gli autori in gara, è determinante attirare il pubblico sull’opera preferita (o sulla propria). Gli autori che si mettono alla prova hanno un ritorno d’immagine, i lettori accedono gratuitamente alle opere in gara. E tutto questo stimola interesse e attenzione sulla cultura in generale.

La convergenza di interessi è evidente.

Alcune gare hanno anche una giuria di esperti che valuta le opere più votate, risolvendo il problema dell’eventuale distorsione “più amici più voti” e dando maggiore autorevolezza al concorso.

Questo è il senso. Spezzo volentieri una lancia a favore di queste iniziative collaborative che coinvolgono il pubblico, e la spezzo volentieri sulla testa di quelli che cercano sempre il “nuovo” e quando lo incontrano protestano perché non si accorda ai vecchi e consolidati sistemi.

Hits: 15