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Tag: musica
La musica di Daighre
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Leggende della Tavola Rotonda – Ostia, 6 Maggio
Guido Colombo, Dario de Judicibus Andrea Marinucci Foa, tra gli autori dell’antologia curata da Serena Fiandro per i Doni delle Muse, impegnati della conferenza e accompagnati dalla musica di Marta Masciola e Nicole Marinucci del gruppo Ancient Tales.
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Stars and souls (shining in the night)
Io non so davvero spiegarmi perché mi abbia colpito così tanto la morte di David Bowie. Non mi ha colpito come un fatto personale, non sento dolore (che il dolore è intimo e profondo e riservato).
Sento che ci mancherà qualcosa, questo sì. Non perchè creda che non ci saranno altri artisti nel mondo, oggi e nel futuro, capaci di esprimere altrettanta bellezza e genialità, ma perché quella particolare scintilla ha lasciato questo tempo e questo spazio e continuerà il suo viaggio “altrove”. Un altro tempo e un altro spazio.
“Space Oddity” è stata una delle prime canzoni in inglese che ho imparato. Ero giovane, giovanissima. Non conoscevo quasi niente del mondo, anche se allora credevo di sì. E comunque era bello, bellissimo, cantare sotto le stelle in una lingua a me quasi sconosciuta, una canzone che parlava di stelle e di viaggi nello spazio. Apriva la strada a un mondo nuovo.
Negli anni di strade e mondi nuovi David Bowie ce ne ha fatti intravedere infiniti.
Trovo riduttivo dire di lui che è stato un musicista. E’ stato, è un Artista nel senso ampio e forse rinascimentale del termine. Un uomo che ha amato l’Arte e si è espresso, attraverso l’Arte, in tutte le sue forme. Musica, poesia, pittura, teatro. Un uomo che ha fatto dell’arte la sua vita e che ha portato l’arte dentro la sua vita, senza dimenticare di viverla.
Ho visto i video del suo ultimo album, Blackstar e Lazarus, e ci ho visto sì il suo testamento, come hanno detto e scritto in tanti. Ma ci ho visto anche la vita e le possibilità future, e lo spazio e il tempo che si curvano e si fondono, come in uno spettacolo di Lindsay Kemp. In effetti quei video, nella composizione e nella struttura, mi hanno ricordato “Flowers”.
E’ stata la chiusura di un cerchio, ma questo non ha inizio e non ha fine se non nel momento in cui lo tracciamo. Il viaggio è infinito e prosegue in eterno.
E’ questo, credo, il dono degli artisti al mondo: tracciano il cerchio con le loro visioni e ci regalano l’eternità.
Manuela Leoni
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Note di Sogno
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La nota e la penna
Tra melodia e racconto spesso c’è perfetta reversibilità espressiva: storie che diventano canzone e poi di nuovo storie. La penna e la nota ci fanno sognare, entrambe.
Sein 1940
Incredibile storia, quella della minuscola isola di pescatori bretoni di Sein (Enez Sun), che rispose alla chiamata di De Gaulle nel giugno 1940: su tre vascelli 150 pescatori raggiunsero l’Inghilterra per entrare nella resistenza. Fu chiamata “un quarto della Francia”, poiché tra quei 600 francesi a farsi subito avanti un quarto venivano da Sein, uno scoglio di mezzo chilometro quadrato in mezzo al mare tempestoso che oggi non raggiunge i 190 abitanti. La leggenda vuole che una notte le donne di Sein strappassero l’isola dalle profondità del mare e la portassero a remi in Inghilterra per riunirsi con i loro uomini, quindi la riportassero all’alba al suo posto.
SEIN 1940
The Lady Leroy
E’ una antica ballata irlandese, profondamente popolare come spirito e tradizionale come tematica, l’amore di due giovani che supera gli ostacoli della differente estrazione sociale e dell’ostilità dei genitori, che si risolve nella fuga avventurosa verso nuove e lontane terre.
Contrariamente alla maggior parte delle altre ballate di questo genere, la storia d’amore su cui è centrata The Lady Leroy non finisce con lo sterminio dei protagonisti, dei loro amici e familiari e degli animali domestici (perché non resta più nessuno per accudirli): il veliero Lady Leroy arriva a Boston e i due amanti superano arditamente tutte le prove che puntualmente vengono poste sul loro percorso.
LADY LEROY
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Nicole Marinucci
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Il Dero
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