Jacques Korrigan e il giorno del solstizio

Direttamente dal capitolo VII di “Jacques Korrigan a Brocéliande”…

Sul grande campo di fronte al presbiterio dell’abbazia, una ventina di persone di ogni età erano sedute sull’erba ad ascoltare una giovanissima musicista che suonava un’arpa celtica di legno scuro. La melodia si alzava nell’aria limpida della sera. Jacques sentì un brivido: era un’esecuzione della Brian Boru’s March con un’interpretazione così forte, commovente, da chiamare alla mente immagini arcaiche: il verde di un prato, uomini antichi dal viso spento e dagli occhi luminosi, il mare che urtava violentemente contro una scogliera alzando in aria una nuvola di spuma, stendardi colorati e un bodhran che scandiva un ritmo che il suono dell’arpa evocava e guidava con maestria. Ascoltò in silenzio, finche la marcia non terminò e le sensazioni che essa aveva creato dal nulla non cominciarono ad affievolirsi.
“Non mangi?” gli domandò Leo.
“Oh, sì. Il panino”, rispose Jacques. “Ero preso dalla musica.”
“Canti tradizionali per turisti?” cercò di indovinare Sarah.
“No, Brian Boru’s March è una marcia funebre. E’ tradizionale sì, ma è irlandese. E quei tipi lì non sono turisti comuni. Quell’uomo con le basette deve essere gallese, e anche quegli altri due accanto a lui. No, non è un intrattenimento turistico, questa è una festa per il solstizio. E una festa del solstizio che si tiene ai margini di Brocéliande, per giunta!”

Hits: 21