Ade-lizioso

Ade-lizioso
di Manuela Leoni

Proserpine Painting by Dante Gabriel Rossetti Could Fetch £1.8 Million at Sotheby'sEra ancora estate e Sofi si annoiava a morte nella sua casa di campagna, con l’unica compagnia di sua madre Demi dedita al giardinaggio compulsivo. Ok, Demi aveva il pollice verde e le sue rose erano da esposizione, il suo giardino meritava di finire sulle pagine patinate delle riviste di architettura paesaggistica, e di fatto spesso ci finiva, ma non era assolutamente capace di rimanere sola con se stessa e la sua passione. Aveva bisogno di compagnia e un morboso attaccamento a Sefi, sua unica figlia, che era ormai cresciuta e trovava l’atteggiamento della madre piuttosto soffocante. L’sms di Dean era stato la sua salvezza: “Posso rapirti? C’è qualcosa che vorrei mostrarti.”

”Qualsiasi cosa sia, sarà sempre meglio del giardinaggio”
”OK. A che ora?”
”Stasera alle 9 e mezza. Vediamoci al fiume, sotto il salice.”
“Complottista!”
”No. Madre rompiballe “
”OK”
Dean era un misterioso studente di architettura, non sembrava avere molti amici, ma Sefi lo trovava simpatico e terribilmente affascinante. Passavano lunghi pomeriggi insieme a chiacchierare di tutto e di niente, spesso parlando di alta cucina, la passione segreta di Dean.
Al calare della sera Dean arrivò con la sua moto: il giubotto di pelle nera e il casco gli conferivano un’aria lievemente inquietante ma che Sefi trovava irresistibile.
”Allora, cosa dovevi mostrarmi?”
”Lo vedrai!”
”Tornerò a casa per domani mattina?”
”Spero proprio di no!”
”Interessante. Andiamo!” Sefi si infilò il casco e salì dietro di lui, abbracciandolo da dietro e trovando tutta la situazione sottilmente intrigante.
Dean guidò per un po’ sulla strada quasi deserta che si dirigeva verso i boschi, finché non incapparono in un banco di nebbia.
”Accidenti” sibilò la ragazza attraverso il microfono posizionato nel casco.
”Non è niente di preoccupante, succede spesso da queste parti.” fu la risposta rassicurante di lui.
Sefi perse il senso del tempo, mentre la moto procedeva nell’aria ovattata, consapevole solo del calore sprigionato dal corpo del suo compagno, finché dopo ore, chissà quante, la nebbia si diradò e loro uscirono nella luce in una radura sulle sponde di un piccolo lago circolare.
Dean si fermò accanto ad una incongrua costruzione, con il portico simile nella struttura alla facciata di un tempio greco; una targa sulla sinistra era seminascosta dai rami dei rovi carichi di more che si arrampicavano su una delle colonne.
”Allora siamo arrivati? Cos’è questo posto?”
Dean si sfilò il casco.
”E’ una proprietà di famiglia che mio fratello Theo ha ristrutturato per me, pensando che avrei potuto gestirlo dopo l’università. Per il momento è chiuso, il personale dovrebbe arrivare tra pochi giorni.”
”E lo farai?”
”Davvero non lo so. E’ un po’ troppo isolato per i miei gusti. Il mio sogno è di diventare un grande chef e conquistare il mondo con le mie creazioni: Parigi, Londra, New York …”
”Ehi grande chef, lo sai che non hai mai cucinato per me in tutto questo tempo? E sì che ne abbiamo parlato di cucina…”
”E’ anche per questo che siamo qui”
”E non potevi mostrarmi le tue abilità da qualche altra parte? Dovevamo passare tutta la notte su una moto per questo?”
Lui la fissò intensamente, così a lungo che lei cominciò a sentirsi invadere da un calore profondo che nasceva da un punto all’altezza del suo stomaco e che si irradiava, potente, in ogni centimetro del suo corpo.
“No. Deve essere qui. Lo capirai”
Le tese la mano e lei la prese confusa, e varcarono la soglia insieme.

Le mani di Dean si muovevano rapide, trasformando i semplici ingredienti in meraviglie cromatiche, tanto belle per la vista quanto celestiali al gusto.
Sefi scoprì che amava guardarlo cucinare, anzi amava guardarlo e basta: le dita affusolate dai movimenti rapidi e precisi, i capelli bruni raccolti in una coda scomposta sulla nuca, gli occhi scuri e lucenti come l’ossidiana che la seguivano ovunque si spostasse, i muscoli torniti che si intravedevano sotto la maglietta bianca immacolata.
”Ecco, assaggia questo”
Dean venne verso di lei reggendo un piatto di porcellana blu notte, dentro quadratini di carne pallida, grandi quanto un boccone, perle rosso rubino tutto intorno come una collana preziosa, un profumo irresistibile.
Si sedette accanto a lei. Dalla sua pelle esalava un profumo intenso e caldo di rosmarino e spezie esotiche sconosciute al suo naso. La sua vicinanza la confondeva.
”Cosa hai creato oggi? E’ bellissimo, ho quasi paura di rovinare l’opera assaggiandolo!”
C’era qualcosa in fondo alla sua mente, qualcosa che non riusciva a ricordare e che riguardava in qualche modo il cibo. Si strinse leggermente nelle spalle, in fondo non doveva essere così importante.
“Guarda, devi mangiarlo così.” Lui prese con la forchetta un piccolo quadratino insieme a qualcuna delle lacrime rosso brillante avvicinandoglielo, un sorriso sulle labbra perfette, mentre la guardava aprire la bocca e provare, per la prima volta, una delle sue creazioni.
”Mmmh, mai assaggiato niente di simile!”
”Ed è solo l’inizio, ora che ti ho conquistato non ti lascerò più andare.” Le sussurrò Dean nell’orecchio, il fiato bollente che le faceva correre i brividi lungo la spina dorsale. “E chi si muove …” rispose Sefi, girando piano il viso per incontrare quella bocca che la incantava, facendo scivolare le mani sul corpo da statua greca di Dean.

Più tardi, molto più tardi, erano distesi fianco a fianco sul letto sfatto, la luce del fuoco che brillava sui loro corpi lucidi e soddisfatti, mentre si accarezzavano lentamente.
”C’è una cosa che voglio chiederti” mormorò Sefi volgendo il viso verso di lui.
”Tutto quello che vuoi dolcezza.”
”Qual è l’ingrediente segreto che hai usato ieri sera?”
”Melograno.” E ricominciò a baciarla con le sue labbra bollenti.

Fuori i colori brillanti della fine dell’estate venivan pian piano coperti dall’insolita neve che scendava a larghe falde. Intorno alla solitaria locanda Laverno l’inverno era giunto prima del tempo.
Dall’altra parte del velo di nebbia, nel suo giardino improvvisamente spoglio, Demi si accorse con orrore che Sefi era scomparsa.

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