“E poi?”

Qualcuno ha deciso di definire ufficialmente l’uomo “sapiente” (sì, lo so: è stato Linneo), dal mio modo di vedere le cose, l’uomo dovrebbe chiamarsi “narrante”. Noi utilizziamo la narrazione come principale sistema cognitivo. Raccontiamo storie, ascoltiamo storie. Comunichiamo un’immagine romanzata di noi stessi, persino nell’introspezione ci raccontiamo un mucchio di storie. Non perché siamo falsi e bugiardi, ma perché siamo fatti così.

Siamo divoratori di storie.

Una delle persone più intelligenti che conosco mi parlava qualche settimana fa della poesia della matematica. E’ un concetto chiaro: è difficile appassionarci a un qualsiasi argomento senza guardarlo con gli occhi di un bambino che ascoltando una favola chiede “e poi?”

I migliori insegnanti sono narratori: conoscono e usano (perché li hanno studiati o fatti propri con la pratica) tutti i meccanismi della narrazione orale. Un attore straordinario come Marco Paolini riesce a tenerci incollati alla sedia raccontando vicende lunghe e complicate, come quelle di Ustica e del Vajont; ci raggiunge con una forza straordinaria perché ci racconta una storia, con tutti i trucchi del navigato attore di teatro. Trucchi sacrosanti, sia chiaro.

Nei documentari si utilizzano tecniche narrative. In alcuni compaiono persino gli archetipi del protagonista e dell’antagonista: servono a raccontare una storia. L’evoluzione si racconta attraverso la storia del pensiero scientifico: la scoperta è un viaggio, un’avventura. Sappiamo benissimo che è tutto romanzato, ma va bene così.

Nasciamo, cresciamo ed invecchiamo con la stessa domanda sulle labbra: “e poi?”.  Io trovo che sia bellissimo.

Hits: 29

3 Replies to ““E poi?””

  1. … già … prima si osserva (“e poi?”) e poi ci si chiede come mai (“ma perchè?”) …. e poi si passa al metalivello, chiedendosi il come mai del come mai …

  2. si, è bellissimo, condivido

    evidenzia anche il pericolo al quale siamo esposti, nell’era della manipolazione del consenso

    di fronte alle “storie” raccontate in tv sulla politica e l’economia, siamo tutti un po’ bambini che ascoltano incantati e con la voglia, insopprimibile, di vederci il lieto fine, nelle storie che ci raccontano.

    anche quando, purtroppo, non ci può essere

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.