Dieci passi per lo scrittore che si autopromuove sul web.

1) Se sei ricco, paga un professionista e passa ai Caraibi i mesi che passeresti chino su una tastiera. Se non sei ricco, consolati: è tutta esperienza che servirà. A rimettere di corsa nel cassetto il tuo prossimo libro. Scherzi a parte, non servono soldi. Serve tanta pazienza, un atteggiamento aperto e rispettoso e naturalmente la voglia di fare rete, perché se vuoi usare il web come uno spot pubblicitario hai sbagliato media. E’ come usare il frigorifero per lavare i calzini.

2) Sei deciso a lanciarti in questa avventura? Molto bene. Per prima cosa, dotati di un manuale serio, serissimo. Il migliore sul non-mercato (nel senso che è gratis) è Il Prontuario dell’Autore Perfetto. Non aprirlo ancora, tienilo lì, perché prima di affrontare il COME, devi riflettere un secondo sul COSA. Stai per affrontare un social network, non un asocial network.

3) Se si chiama social ci sarà una ragione. La ragione è che il network su cui stai per fare la tua campagna è costruito sulle relazioni tra persone. Questo significa che ogni 10 o 20 o 50 profili fasulli, vegetariani d’assalto, indignati dei costi della casta, complottisti da scie chimiche, dissemina tori a senso unico di foto di gatti, cani e pappagallini, raccoglitori di firme, etc. etc. ci sarà almeno una persona sensibile e ragionevole con cui scambiare qualcosa. Ma in che modo verrai considerato TU?

4) Se entri in una rete specifica, un gruppo di persone che lavora con e sui libri, puoi ottenere un buon risultato. No, non puoi vendere 2000 copie ai 2000 iscritti del tuo gruppo di scrittori. I gruppi non funzionano così, altrimenti ci sarebbe un volume di vendite di quattro milioni di libri l’anno per ciascun gruppo di esordienti, roba da mandare l’ISTAT in tilt per la sorpresa. Immaginati un torpedone turistico dove non c’è un venditore di pentole, ma dove sono TUTTI venditori di pentole: se poco poco sale uno di passaggio si ritrova con una fornitura da ristorante. No, tu puoi approfittare in modo intelligente della rete per raggiungere i lettori, ma solo se ne diventi davvero parte,

5) Se ti sei calato nella frenesia del venditore, fai un bel respiro e riprenditi, possibilmente prima ancora di accendere il computer. Se sei pronto a spammare dappertutto farai la figura del bambino dell’asilo nido: io, io, mio, mio. Se sarai fortunato faranno una colletta e ti manderanno un pacco di pannolini, altrimenti ti banneranno. Un rapporto sociale si può anche basare sul do ut des, io ti ascolto e tu ascolti me, ma questo genere di approccio si discosta poco quello del venditore assatanato: è quello del venditore furbo. E’ uno scambio veloce, funziona raramente e finisce lì.

6) Se entri in una rete devi capire che cos’è una rete. Se di capirlo non te ne frega niente, hai un’idea piuttosto concreta del sentimento che proverà la gente di fronte al tuo romanzo. Se ne fregherà. Perché in una rete sociale non esiste il romanzo, esiste la persona. E se la persona è uno spammatore senz’anima, questi non venderà nulla e verrà gentilmente (o persino brutalmente) accompagnato alla porta. Questo non è un giudizio: qualcuno potrebbe essere fuorviato dallo schermo e pensare al network come a una partita alla playstation o alla promozione come all’utilizzo di una biglietteria automatica alla stazione del treno.

7) Immagina un gruppo come un quartiere o un paese. Entrare in quel circuito è un po’ mettere su casa lì, assumere una sorta di cittadinanza, o quantomeno una residenza responsabile. In pratica sei un nodo della rete e se la rete va bene, vai bene anche tu. La rete è fatta di persone. Ti salutano quando ti incontrano sulla rete e si aspettano un “buongiorno”. Cura i rapporti, fai finta di essere in un paese di montagna e immaginati i tuoi compagni di gruppo come i tuoi concittadini, cerca di guardare le sfumature, ascolta le loro storie e racconta le tue senza apparire frenetico. Il tempo acquista un’altra dimensione in certi luoghi. Sembra strano, visto che internet è “veloce”, ma è così: i gruppi sono luoghi dove la vita scorre con dei ritmi più lenti. Prenditi il tempo di esplorare i confini del gruppo e poi cerca di farne parte, di dare un contributo. Partecipare alle iniziative è un buon modo per cominciare la tua vita social.

8) Riesci a immaginarti il gruppo come un luogo reale? Se sei un aspirante scrittore l’immaginazione non ti manca, per cui provaci! Ora il discorso diventa estremamente serio. Quando sei parte della rete, la rete prospera se tu prosperi e viceversa. Ma la rete è fatta di nodi, per cui non basta che ne cresca uno: devi entrare in un’ottica collaborativa, considerare i tuoi compagni del gruppo in modo letterale: compagni, cum panis. Persone con cui si divide il pane. Non è solo una questione di reciproco aiuto, ma anche di reciproco divertimento conviviale.

9) Non cercare di essere amico di tutti, nei gruppi come nei paesini farai amicizia con qualcuno e ci sarà qualcun altro che non ti interessa particolarmente. Cerca di non farti dei nemici, non hai bisogno di sputare sentenze; un atto di cortesia e di educazione è sempre un gesto di civiltà. Serve a tenere il paese pulito e il clima sereno. Lascia che il gruppo diventi il tuo rifugio, imparerai a conoscere le persone e andare avanti insieme.

10) Gli amministratori dei gruppi letterari sono scrittori come gli altri, solo che dedicano parte del loro tempo a mandare avanti la baracca. Non bisogna assillarli con pretese tipo “hai letto il mio romanzo? Leggilo, leggilo”, né buttargli addosso problemi cosmici o mettere loro fretta nel risponderti. Hanno bisogno di queste cose come un rocciatore che sta scalando l’Everest di un manubrio da sollevamento pesi da 50 chili. Il modo migliore di aiutarli è farsi carico di rispondere alle domande dei compagni del gruppo, quando si ha la capacità e la possibilità di aiutarli. Se ognuno si prende qualche responsabilità autonomamente, le cose funzionano molto meglio.

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La Chat

La Chat
di Andrea Marinucci Foa

John: “Ciao”
Mary: “Oh, guarda chi si vede!”
John: “Come va il lavoro?”
Mary: “Pesante e penoso, come al solito.”
John: “A chi lo dici…”
Mary: “So bene che per te è lo stesso, ma certe volte mi chiedo chi me lo fa fare.”
John: “Non che ci siano molte alternative. Ma che ti è successo, oggi?”
Mary: “Sono arrivati ordini molto spiacevoli dall’alto. Indovina un po’ a chi li hanno scaricati!”

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su Sette Giorni di Follie

Tre nuovissimi racconti nel blog Sette giorni di Follie per il concorso letterario di Aprile.

Il Sogno di Nina di Manuela Leoni
La Luna dei Sogni di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni
Indigestione di Andrea Marinucci Foa

Il Sogno di Nina è l’unico dei tre in concorso, quindi potete votarlo, se vi piacerà.
Per votare, commentate la pagina del blog, sotto al racconto, scrivendo “voto questo racconto”. Se volete aggiungere un secondo commento con una vostra impressione sul racconto, gli donerete un secondo voto.

Questo mese è in gara anche nostra figlia con:  Ballata in minore di Jill Parker!

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Il “Corruttore Ortografico”

BESTIAL CONTRARIO
Mostri e folletti del nuovo millennio
PRESENTA:

IL CORRUTTORE ORTOGRAFICO
Oggi parliamo di una creatura davvero infida che abita preferibilmente i computer, anche se non disdegna gli smartphone e i tablet.
Si tratta del famigerato e fantasmatico CORRUTTORE ORTOGRAFICO. Il Corruttore Ortografico non è un worm o un trojan, è un essere soprannaturale e quindi potete mettere via antispyware e antivirus, perché non è certo questo il modo di affrontare la minaccia.
Nessuno l’ha mai visto davvero, anche se alcune vittime hanno intravisto un volto giovane e beffardo comparire per un decisecondo sul monitor del pc.
Il Corruttore Ortografico si nutre di lettere, non sempre casuali: accade spesso che aggredisca degli inermi congiuntivi, una preda davvero appetibile per questa malvagia creatura. Recenti studi hanno suggerito che l’estinzione del trapassato remoto si debba alla predazione del Corruttore Ortografico.
Il passaggio del folletto su un testo si evince dalla tipica sparizione di lettere, in particolar modo vocali, e dalla dispersione di virgole a caso.
I membri più infidi di questa specie si appostano per settimane e persino mesi, in attesa della versione definitiva di un testo e dopo l’ultima correzione di bozze lo aggrediscono prima che l’ignaro autore sia riuscito a inviarlo via email.
Il Circolo degli Editor Scaramantici suggerisce di esorcizzarlo tenendo accesa una candela profumata alla lavanda nelle immediate vicinanze dei luoghi in cui si nasconde: computer, scrivanie, divani, dovunque si usino apparecchi per la scrittura. In alternativa, tenere sempre accanto una tazza di caffè fumante aiuta l’autore ad accorgersi del passaggio del folletto e a rimediare prontamente ai danni.

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La Resa degli Innocenti – di Irma Panova Maino

La_resa_degli_in_5310da12229c1La Resa degli Innocenti
di Irma Panova Maino
Pagine: 162; EEE (Edizioni Esordienti E-book); 2014
ISBN: 978-88-6690-185-3
Ebook: 3,99 €

Cosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice.
Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito.

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Anteprima di Tre di Spade

Ouverture

Il mondo degli Dei non era un vero mondo. Non si trovava sopra o sotto quello degli uomini e neppure accanto, era lì e non era lì, separato e parte della stessa matrice. Nessuno si curava di sapere quanto fosse vasto quel luogo: era grande quanto bastava. Ma non assomigliava mai a se stesso. I colori, le forme, persino gli odori cambiavano continuamente. Strade di monoliti che partivano e finivano nel nulla, boschi sacri, fiumi e cascate, prati fioriti, picchi innevati, scogliere sul mare in tempesta, templi che sfidavano ogni legge fisica, erano mescolati in una sinfonia armonica talmente ricca che avrebbe saturato in un solo istante l’intera vita di un mortale.

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Gwendoline – di Sauro Nieddu

Gwendoline - di Sauro NiedduGwendoline
di Sauro Nieddu
Pagine: 308; EEE (Edizioni Esordienti E-book); 2014
ISBN: 978-88-6690-178-5
Ebook: 3,99 €

Londra, 2088. Lo scrittore Sxxxx Nxxxxx, che si fa chia­mare Trevor, ma usa innumerevoli pseudonimi per la sua po­liedrica attività di scrittore ben pagato, è il narratore e il prota­gonista della storia. Di origini italiane, l’uomo trascorre il tempo che non dedica alla scrittura tra un pub e l’altro, a ubriacarsi scolando immensi boccali di birra. Nato prima del 2000, in realtà Trevor è nel fiore degli anni grazie ad Immor­tality© , una pillola che ha cambiato le sorti dell’umanità, ren­dendo gli individui praticamente immortali e curando tutte le malattie. Lo scrittore si innamora della sua collaboratrice dome­stica che si chiama Gwendoline, ha meno di vent’anni ed è fidanzata con un coetaneo di nome Pi. I tre diventano amici, Trevor prova una sorta di dipendenza emotiva dai due ragazzi. Un altro elemento che ha cambiato le sorti dell’uma­nità è stata l’apparizione improvvisa nel 2058 di enormi oggetti ovoidali che molti hanno scambiato per delle bombe. Se dovessero esplodere distruggerebbero tutto. Da allora sono passati trent’anni, la gente vive normal­mente la sua vita, ma sente di avere sempre un pericolo incombente.

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Intervista a Morales e Barnes

Barnes & MoralesGli agenti Mike Barnes e Xavier Morales hanno graziosamente accettato di fornirci una intervista, una prassi ormai consolidata per i personaggi di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni. Abbiamo in studio questa strana coppia di agenti, un po’ Starsky e Hutch, un po’ Merry e Pipino. Tema dell’intervista è soprattutto la loro storia e il loro ruolo all’interno del romanzo.

Che dire di questi due personaggi, usciti dalle pagine di Jacques Korrigan a Brocéliande?
A sentire gli autori, erano originariamente ideati come spalle, personaggi funzionali alla storia, ma di certo non protagonisti.
Ok, mettete via le pistole: ho detto originariamente!

Barnes: se parliamo di origini, allora Jacques Korrigan a Brocéliande doveva essere un racconto.

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A Quattro Mani

Chi scrive, oggi deve avere il blog.
Lo dicono tutti, per cui ci adeguiamo. Come sempre, a modo nostro.
Eccoci imbarcati e salpati. Navighiamo già sull’oceano tempestoso dei diari pubblici.

Cosa troverete qui? Ah, saperlo! Abbiamo buttato a mare la bussola e seguiamo solo le stelle, ovunque ci portino.

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