Cosa misurano i test a crocette?

La diffusione dei famigerati “test a crocette” che compongono buona parte dei famigeratissimi INVALSI contro cui docenti e studenti scendono in piazza e organizzano proteste, mi ha obbligato a pormi una domandina semplice semplice: che cosa misura davvero una di queste “prove”?
Non sono uno dei tantissimi esperti di sistemi scolastici (a sentire quello che si dice, ne abbiamo quasi 60 milioni in Italia e aggiungerne uno non servirebbe a molto), ma sono appassionato di storia della scienza e uno dei capitoli più umilianti del ventesimo secolo ha proprio dei test a crocette come protagonisti, i terrificanti “test IQ” di tipo Stanford-Binet utilizzati negli orrori eugenetici che cominciarono suppergiù 100 anni fa. Orrori a parte (chiunque può trovare cronache più o meno estese), la domanda “che cosa misuravano quei test” ha una risposta che mina profondamente la fiducia nella scienza come ricerca oggettiva della verità. I test IQ misuravano soltanto l’omogeneità culturale tra chi poneva la domanda e chi doveva rispondere.

Per prima cosa, un test a crocette ha un difetto irrimediabile: la percentuale di errore è proporzionale al numero di risposte fornite.
Per fare un esempio, alla domanda “di che colore è un cavallo sauro?” con le risposte “a) bianco, b) verde, c) grigio, d) marrone” la possibilità di una risposta che casualmente venga ritenuta esatta è del 25%, del 33,3% se scartiamo la risposta più improbabile. Il che per una “prova” è un margine d’errore davvero imponente. Inoltre nesuna delle risposte fornite è davvero corretta, perché una risposta esatta è più articolata di così in questo caso (esistono diverse colorazioni per i cavalli sauri e per di più un cavallo si può benissimo dipingere con un’apposita tintura).

Per evitare di centrare la risposta esatta con una deduzione, si possono elaborare risposte plausibili. Per esempio, “il golpe in Cile nel 1973 avvenne: a) l’11 settembre, b) il 13 settembre, c) il 19 settembre, d) il 5 settembre”. In questo caso, non conoscendo la data esatta sarebbe difficile dedurre la risposta da dare, ma riducendo la differenza tra le risposte si riduce anche l’importanza della “prova”: non è dato sapere se lo studente abbia collocato l’evento nel giusto arco temporale e contesto storico, giorno più o giorno meno, se abbia memorizzato una data nuda e cruda o se abbia tirato a indovinare. Anche non considerando l’errore standard del 25%, qual è il valore della “prova”?

Anche nelle domande poste con una certa cura, non si comprende bene il valore della risposta. Per esempio una domanda come “dove e quando si originò la nostra specie: a) valle del fiume Awash (Etiopia) 185.000 anni fa; b) valle del fiume Omo (Tanzania) 195.000 anni fa; c) sponde del lago Turkana (Kenia) 215.000 anni fa”, anche se “azzeccata” non dice nulla della capacità dello studente al di là di quella di memorizzare data e luogo. Non permette di parlare delle problematiche della frammentarietà delle fonti, non dice nulla della comprensione delle teorie riguardanti l’origine della nostra specie, ignora qualsiasi ragionamento si sia fatto a partire da questo dato grezzo, che tra parentesi può essere trovato su wikipedia in meno di 5 secondi.

Il test a crocette parte dal presupposto che la preparazione (come accadde 100 anni fa per l’intelligenza) sia una entità unica misurabile con delle domande, peraltro prive di interazione. E’ una finzione, ovviamente, perché “la preparazione” non è un oggetto ma è un insieme molto sfumato che somma (o meglio articola) dati, fenomeni e dinamiche. La materializzazione della preparazione è esattamente simmetrica alla materializzazione dell’intelligenza: produce misure assolutamente arbitrarie e totalmente inutili al di là delle singole domande. Gli esempi che ho proposto possono accertare soltanto che lo studente abbia imparato a memoria alcuni singoli dati o che li abbia “azzeccati” tirando a indovinare (non è possibile dintinguere quale delle due ipotesi), non ci dice nulla sulla comprensione del contesto, della padronanza nella materia, delle domande e dei ragionamenti che si originano dai dati in questione.

In buona sostanza, i test a crocette misurano memoria e fortuna. Perché allora si utilizzano, quando 5-10 minuti di interrogazione possono invece dare importanti informazioni sulla padronanza della materia e non solo sulla comprensione dei singoli dati ma sul loro utilizzo per costruire sapere? Perché l’utilizzo dei test vuole togliere il fattore umano dall’equazione e dare una misura burocratica (e valida quindi soltanto all’interno della burocrazia). Il fattore umano (quello che può valutare un sistema complesso e non misurabile con precisione) è la didattica, il lavoro che l’insegnante compie insieme agli studenti, la curiosità, l’attività di ricerca e approfondimento. Il fattore burocratico è il dato mnemonico, sempre meno utile in un tempo in cui i dati sono accessibili a tutti e in cui gli strumenti per accedervi diventano addirittura “indossabili”.

Un sistema che cerchi la diffusione e l’espansione del sapere oggi punterebbe tutto sul fattore umano, un sistema burocratico probabilmente è soltanto l’ennesimo strumento dello smantellamento scientifico della scuola italiana, una volta tra le migliori del mondo. E non è detto che non sia anche, come qualcuno suggerisce, un sistema per schedare le persone a fini commerciali e di controllo.

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Il Maggio degli Ebook – Diamo voce agli autori emergenti!

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Gli scopi dell’iniziativa:

  • Dare voce a ebook di autori e editori emergenti, attraverso un Blog Tour
  • Promuovere una cultura di collaborazione e condivisione tra scrittori, blogger e lettori
  • Ricordare al pubblico che, anche dopo il successo della campagna sulla riduzione IVA degli ebook, un libro rimane sempre un libro, e il digitale offre opportunità prima negate a scrittori, editori e lettori.
  • Divertirsi e scoprire insieme nuovi libri, nuovi blogger e nuovi autori!

Questa tappa ci dà la possibilità di presentare due ebook.

COPERTINA600x800-450x600Lo Strano Caso di Michael Farner
Autore: Lorenzo Sartori
Prezzo: €0.99
Editore: Nativi Digitali Edizioni

La vita dello scrittore è dura, devi fare i conti con l’editore il pubblico e…i tuoi personaggi!

Pagine: 25
Formato: Ebook (Epub, Pdf, Mobi)
Genere: Racconto, Surreale, Noir


http://www.natividigitaliedizioni.it/prodotto/lo-strano-caso-di-michael-farner/

 

Per Michael Farner sono lontani i tempi in cui era uno scrittore di bestseller: oggi è sovrappeso, depresso, dimenticato dal pubblico e bistrattato dal proprio editore. Il motivo? Non riesce più ad uccidere i propri personaggi, bel problema per un autore di thriller. Quando Michael “uccide” un personaggio nelle sue bozze se lo ritrova infatti davanti in carne ed ossa, intenzionato a dargli il tormento fino a che non verrà “riportato in vita”. Ma questo è solo l’inizio dei guai per il povero scrittore…

“Lo strano caso di Michael Farner” è un racconto che ironizza su cliché e consuetudini del mondo dell’editoria spiazzando continuamente il lettore, portandolo a ribaltare più volte la sua prospettiva e suggerendogli che ci sono tanti modi diversi per osservare una realtà solo apparentemente lineare. Sarà lo scrittore ad avere l’ultima parola, uno dei suoi personaggi…o chi altro?

Lorenzo Sartori, giornalista, vive tra Crema e Milano. Dal 2000 è editore e direttore responsabile della rivista Dadi&Piombo, la prima testata italiana che si occupa di wargames e ricostruzioni storiche in miniatura.
È autore di diversi giochi di simulazione, storici e fantascientifici, alcuni dei quali tradotti in diverse lingue e apprezzati in tutto il mondo.
Si occupa anche di organizzazione di eventi, in particolar modo legati al mondo ludico.
Con l’ultimo respiro è il suo esordio letterario, pubblicato nel marzo del 2014 da Gainsworth Publishing. Sempre nello stesso mese pubblica per Nativi Digitali l’ebook Lo Strano Caso di Michael Farner e successivamente il sequel, Il Ritorno di Michael Farner.

Blog: lorenzosartori.blogspot.com
Pagina facebook: www.facebook.com/lorenzosartoriscrittore

 

coverLa Misura Imperfetta
Autore:Charles Indie (pseudonimo autoriale)
Editore: Autopubblicato
Genere: Spy thriller
Lunghezza: 450.000 battute spazi inclusi
Prezzo: 4,72 €

Link su Amazon: http://www.amazon.it/misura-imperfetta-Charles-Indieebook/dp/B00HB70PXM/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1429728084&sr=1-1&keywords=La+misura+imperfetta

Pagina di presentazione del libro su blog o sito: https://thoproject.wordpress.com/2014/10/05/le-interviste-di-charles-oggiconosciamo-andrea/

Sinossi:

La crisi finanziaria trascina il mondo a un passo dal disastro. Crollano gli indici di borsa e la disoccupazione distrugge milioni di posti di lavoro. Le agenzie d’intelligence stanno perdendo il controllo delle operazioni. A Gerusalemme un attentato uccide 37 persone, ma nessuno ha idea di chi ne siano gli artefici. Andrea è un detective privato che indaga sull’efferato omicidio di un amico. La vicenda è al centro di uno scontro tra agenti segreti dal potere smisurato che piegano la realtà a proprio favore e inventano un tesoro dimenticato da millenni, l’esistenza degli alieni e delle loro macchine capaci di rovesciare le leggi fondamentali della fisica. Il denaro è lo strumento che hanno per guidare le azioni degli onesti, sfruttare quelle dei disonesti, e uccidere gli uni e gli altri quando occorre. Il 99% degli uomini subisce una minoranza di potenti senza scrupoli certi che non saranno mai scoperti né puniti. Eppure, il caso rimescola le carte e, a volte, si vendica.

 

Breve biografia autore:

“Sono un autore indipendente che si è messo in testa di scrivere un romanzo. Comincia così per tutti, ma poi ti accorgi che non è come pensavi e che è molto più difficile di quanto credevi. Osservi le storie degli altri sotto un’altra luce e ti chiedi come abbia fatto quel tale autore a scrivere la fantastica pagina che hai appena terminato di leggere. Vorresti lasciare perdere, ma è troppo tardi. Ti metti a studiare perché sei uno che non molla. Ti fai spiegare come si fa da chi è arrivato in fondo almeno e decidi che occorre finire il lavoro. Sono nato a Roma, ma vivo e lavoro anche altrove. Sono uno con la giacca e la cravatta, e non ho nemmeno un tatuaggio. Mi sono sceltouno pseudonimo perché il mio vero su un libro nome non ce lo vedevo proprio.”

 

Segui tutte le tappe de “Il Maggio dell’Ebook!

Per scoprire tutti gli oltre 130 ebook di autori emergenti presentati:

L’hashtag #ilmaggiodegliebook su Facebook, Twitter e tutti gli altri social network!

Perchè l’iniziativa abba successo, basta che i visitatori assecondino la loro curiosità. Quindi, o voi che leggete, cliccate sui link, visitate i blog, guardate gli ebook che vengono proposti e se volete contribuire condividete, condividete e condividete sui social media, commentate, domandate, rilanciate!

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Il Maggio degli Ebook: giorno 2

11156183_420815191422825_7706733631550022716_nIl Maggio degli Ebook è un’iniziativa ideata e promossa dalla giovane e dinamica casa editrice dei Nativi Digitali: un blog-tour di un mese intero che coinvolge oltre 50 siti e 130 ebook di tutti i tipi.

Oggi, il blog Butterfly’s Books presenta 3 ebook, nella lunga maratona che giungerà da noi, A Quattro Mani, il 5 maggio.

Ecco quindi il link diretto alla seconda tappa.

Troverete ulteriori informazioni sull’iniziativa nella pagina del Maggio degli Ebook.

 

 

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Il Maggio degli Ebook: giorno 1.

11156183_420815191422825_7706733631550022716_nIl Maggio degli Ebook è un’iniziativa ideata e promossa dalla giovane e dinamica casa editrice dei Nativi Digitali: un blog-tour di un mese intero che coinvolge oltre 50 siti e 130 ebook di tutti i tipi.

Oggi, i blog Il Bosco dei Sogni Fantastici e Wormhole Diaries presentano i primi 6 ebook della lunga maratona, che giungerà da noi, A Quattro Mani, il 5 maggio.

Ecco quindi il link diretto alle prime tappe:
Il Bosco dei Sogni Fantastici
Wormhole Diaries

Troverete ulteriori informazioni sull’iniziativa nella pagina del Maggio degli Ebook.

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Il libro modale

Uno dei fenomeni più irritanti sul piano artistico e che portano più discussioni e interesse sul web è l’ottimizzazione della scrittura, tesa ad ottenere non opere ma prodotti “modali”. Da altre discipline sappiamo benissimo che le fasi storiche di ottimizzazione compulsiva accompagnano momenti carenti nella creatività. Grazie agli studi di S. J. Gould e N. Eldredge, abbiamo imparato che la storia delle specie conosce spesso la fase della diffusione rapida di varianti seguita da una fase più lunga in cui le variazioni si affinano e si diffondono fino a costituire una nuova base di partenza. Nei fenomeni sociali l’ottimizzazione corrisponde perfettamente a questa seconda fase biologica, in cui tutto sembra muoversi al rallentatore e in cui si stabiliscono canoni ottimali che verranno allegramente buttati alle ortiche con la prossima ondata creativa. Mi sembra che siamo proprio nel mezzo di una fase di questo genere, col tentativo di uniformare il prodotto letterario e renderlo “modale”, scientificamente studiato per garantire una buona diffusione su un pubblico che è al centro di una curva gaussiana di risposta alla costruzione della trama, al linguaggio e al ritmo.

D’altra parte, si sa, le variazioni esplodono ai margini, in periferia, e vengono incorporate nella popolazione futura solo quando hanno un impatto adattativo notevole. Nel mondo dei libri l’adattamento consiste non tanto nell’adesione ai canoni di gradimento dei lettori, ma all’eco socioculturale di un’opera, di una tematica, di una modalità narrativa. La lavorazione del prodotto editoriale modale è quasi un fenomeno post-industriale: esistono schemi ottimali per la produzione distribuita di best seller, regole che massimizzano l’efficienza della trama e del linguaggio per raggiungere il target modale. Purtroppo l’ottimizzazione è un fenomeno che chiude più porte di quante ne apra, perché l’efficienza non è quella di ampliare gli orizzonti e portare fermento in ambito socioculturale ma quella di garantire un buon numero di vendite ai singoli “prodotti”. Si scrive modali ma si legge mediocri, perché sono sottratti al lato artistico, che crea bellezza dalla piccola imperfezione, che fa musica con uno strumento non perfettamente accordato, che spesso sbaglia ma sbagliando ci porta a guardare orizzonti che non avevamo mai preso in considerazione.

Così lo studio di Propp che evidenzia un flusso tipico nell’elaborazione della trama da spunto importantissimo per costruire opere consapevoli diventa una banale ricetta per confezionare una favola di successo. L’evoluzione del linguaggio narrativo, che segue necessariamente gli strumenti cinematografici e televisivi, porta al mero elenco delle tecniche obsolete (infodump, descrizione statica, etc.) e degli ingredienti essenziali (come gli incipit dal ritmo incalzante da trailer cinematografico), invece di stimolare riflessioni costruttive su come le variazioni di ritmo e linguaggio intervengono nell’immaginazione del lettore e nella percezione della storia.

E’ ormai diffuso un marketing che scientificamente spinge della deriva artistica, una sorta di “si-fa-cosismo” tipico delle fasi meno interessanti della storia. E’ facile profetizzare che l’appiattimento ottimale porterà a una contrazione del numero di lettori, così come l’ottimizzazione dei telefilm ha portato a una riduzione generalizzata nel pubblico. In fondo, i segmenti di arco non modali della curva dei lettori costituiscono un elemento dinamico e non statico. Una nicchia si può trasformare in un fiume in piena, perché le attività umane non hanno il ritmo di eventi biologici calcolati in generazioni. Anche solo restando in tempi relativamente recenti, è successo con Harry Potter, un fenomeno di nicchia che è straripato ben prima di approdare al cinema, e su cui solo qualche piccolo editore ha scommesso inizialmente.

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Carta canta

L’Europa, nella sua infinita saggezza, ha decretato che la cultura è una questione di contenitore. Il libro deve essere di carta come il vino deve essere di vetro e il cioccolato di stagnola. Benissimo, anzi malissimo. Ce ne faremo una ragione, d’altra parte siamo stati noi cittadini a votare alle europee senza grande attenzione alle tematiche che ci sono care.

Ormai anche i sassi hanno capito che l’ebook non sostituisce la carta e che completa l’esistenza del libro, perché giunge là dove la carta non può arrivare: è disponibile indefinitamente senza rese e ristampe costose, semplifica la vita a chi ha problemi di vista, permette una diffusione capillare di vecchie opere introvabili e di testi in lingua originale. E’ la libera circolazione della cultura che spaventa, evidentemente. Il basso costo è un cavallo di troia che nasconde la minaccia di un contatto più stretto tra chi scrive, chi pubblica e chi legge.

Chi ama i libri (e siamo in pochi, purtroppo) alla carta non rinuncia. E’ vero amore e al cuore non si comanda. Possiamo essere liberi di amare anche gli ebook oppure dobbiamo storcere il naso e concludere che sono libri fasulli?

Perché il pericolo elettronico è sempre in agguato. In effetti temo che i nemici dell’ebook, che citano l’inconsistenza fisica di un epub o di un mobi, non sappiano che i libri di carta sono per il 90% un prodotto elettronico. Copertine digitali, prodotte direttamente con i bit o scansionate e quindi ridotte a bit, testi composti da bit, correzioni fatte o riportate in bit, addirittura file scambiati via internet tra autori e editori. Se lo sapessero, gli prenderebbe un colpo apoplettico. Che il vino non sia fatto di vetro, alla fine?

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InverseLab di Narrativa

La scrittura è un’attività individuale, tradizionalmente solitaria, tuttavia mettere “nero su bianco” una storia costituisce soltanto una piccola parte del lavoro dello scrittore di narrativa, che si giova di un contesto sociale ricco e articolato in cui le idee prendono forma, ci si confronta con il mondo dell’editoria, si entra in contatto con i lettori, si effettuano ricerche documentali e si caratterizzano i personaggi. Prima, dopo e persino durante le fasi di materializzazione della storia, lo scrittore deve frequentare assiduamente il mondo.

All’interno del nuovo metodo Inverse Training®, che riposiziona l’autoapprendimento e il miglioramento delle proprie abilità artistiche e tecniche in un contesto di gruppo, nasce il primo InverseLab destinato alle arti umanistiche.

L’InverseLab che proponiamo più che un viaggio a tappe nelle tematiche della narrativa è un surfing a più menti sull’onda dell’arte di raccontare una storia.

Il tema conduttore di questa sperimentazione riguarderà la narrativa di genere, con una breve introduzione all’Inverse Training® (ma senza didattica frontale e lezioni di scrittura creativa) e molto tempo di laboratorio. Sono previsti sei incontri di due ore che si terranno ogni due settimane. L’ideazione e la conduzione dell’InverseLab narrativo è di Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni, autori indipendenti di narrativa di genere, copywriter ed editor.

Il laboratorio sperimentale è un primo passo verso un’attività più ampia e indirizzata a tutte le forme di narrazione, per creare spazi collaborativi altamente conviviali in cui l’efficacia formativa e didattica sia legata al lavoro di gruppo e non all’autorevolezza di una cattedra. In quest’ottica, l’invito all’InverseLab è esteso a chiunque sia interessato alla narrazione e non soltanto agli scrittori, perché la presenza di prospettive diverse è sempre una risorsa straordinaria.

Come ogni altra attività Inverse Training®, il raggiungimento dell’obiettivo attraverso la sintonia di gruppo apre altre porte e impone nuove domande che possono costruire nuovi obiettivi o arricchire quello di partenza.

Funziona come tutti i corsi Inverse Training, con voucher dal prezzo standard di 50 € per ogni sessione (2 ore) acquistabili sul portale www.inversetraining.com

Sito Ufficiale

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Addio, 2014

10392434_895654580458696_8947991172048021335_nUn anno difficile, duro, ma pieno di nuove amicizie e artisticamente intenso. Abbiamo riso (poco), pianto (molto), scritto (moltissimo).
Del 2014 ci restano gli amici, i soliti vecchi e straordinari amici e i nuovi straordinari amici (è inutile fare nomi, tanto non facciamo mistero del nostro affetto), un libro (auto)pubblicato a luglio, un racconto pubblicato dalla EEE a settembre in una antologia, una ventina di racconti assortiti, un portale di storie brevi progettato e realizzato, tre libri su cui abbiamo lavorato ma che non sono finiti, uno spettacolo straordinario incentrato sulle nostre storie e tante nuove idee.
Ringraziamo i nostri amici e compagni di strada e auguriamo loro un 2015 stupendo.

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